sabato 12 giugno 2010

Aida Carosi vs. Arangi Lombardi: un caso di relativismo critico?

Leggiamo sulla rivista Classic Voice: “Micaela Carosi è la migliore Aida che un teatro oggi possa sperare: grande voce (da quando non si sentivano i do del concertato venir fuori con simile luminosa autorità) bella, benissimo emessa e sostenuta e quindi capace di piegarsi a fraseggi sempre vari, intensi, sfumatissimi”.
Invitiamo i nostri lettori ad ascoltare la realizzazione pratica di cui la cantante italiana è stata in tempi recenti capace.

Invitiamo, inoltre, lettori e critici, precipue l’autore del peana, ad ascoltare la medesima pagina eseguita da Giannina Arangi Lombardi. Scelta perché per la cantante napoletana il medesimo Giudici ha speso parole di identico significato alla pagina 1638-1640 del proprio testo “L’opera in cd ed in dvd” che non possiamo e vogliamo riportare ab integro, ma che invitiamo a leggere per rispondere alla domanda se ad eguale entusiasmo critico corrisponda eguale qualità di canto ed interpretazione, ossia per saggiare obiettività e coerenza di coloro che istituzionalmente devono guidare le nostre scelte. Certe frasi come “Valgono ben di più i pianissimi che l’Arangi-Lombardi sparge a piene mani nella sua interpretazione semplicemente perché a piene mani Verdi li ha prescritti nella propria partitura, anche se tanto spesso ci se ne infischia” oppure “ Fermezza di linea, bellissimo timbro, musicalità eccezionale, dominio assoluto di una emissione appoggiata, controllata e proiettata sovranamente” valgono anche per la recente Aida, che pubblica e pubblicizza i propri video, impedendone nel contempo qualsivoglia commento?
Siccome solo il 25 giugno 2010 la più recente Aida della osannata protagonista verrà trasmessa ci auguriamo che nel concertato atto secondo la stessa suoni per non smentire le parole del critico, come le signore Rethberg (una dei nostri must) o la più recente e nostrana Antonietta Stella.
Buon ascolto, ottime riflessioni e fine settimana del pari.

Gli ascolti

Verdi - Aida


Atto II

Salvator della patria...Ma tu Re, tu signore possente - Elisabeth Rethberg, Giacomo Lauri-Volpi, Gertrud Wettergren, Alexander de Sved, Ezio Pinza - Vincenzo Bellezza (1936)



Atto III

Qui Radames verrà...O patria mia - Giannina Arangi-Lombardi (1928), Micaela Carosi (2007)

52 commenti:

LucaR ha detto...

Ma è stonata!!! La Carosi, intendo! E' fuori di intonazione come un balcone! E poi gli attacchi e suoni fissi! A che servono? A fare personaggio?
Sfido che hanno disattivato i commenti su youtube. Han fatto bene.

Carlotta Marchisio ha detto...

Caro Lucar, è evidente che tutto ciò ha del kafkiano.
Purtroppo oggigiorno viene meno quella "barriera all'entrata" che ben funzionava e regolava certi..."flussi", ossia un pubblico dotato di un buon impianto acustico che ridicolizzi boutade di tale risma. Questo per quanto riguarda la media delle qualità canore del presente operistico. Rispetto invece a porcherie grandguignolesche come l'esempio di cui sopra, che rimane per me un unicum nella storia dell'interpretazione vocale, resto ugualmente convinta che si tratti di fenomeni, mediaticamente ben pungolati, destinati a svanire in poco tempo. Anche in questo, di tempo.

domenico ha detto...

Tanto voglio bene all'opera e ad Aida che vorrei che la Carosi fosse una nuova Price o Stella. Non voglio scomodare l'Arangi Lombardi anche perchè la sua Aida è del 1928. Se l'avesse incisa oggi in digitale sarebbe la fine del mondo. Lo era già allora. Ma la Carosi non solo non canta come l'Arangi per qualità di voce, carattere, tecnica, buongusto,ma non è neppure intonata. Un vero peccato.
Domenico

pasquale ha detto...

mi dispiace per la signora Carosi,ma in questo video è veramente stonata,ma a quando pare al pubblico va bene lo stesso

mozart2006 ha detto...

La prima donna di Facebook, dove imperversano i suoi adoratori farlocchi. Si crede una diva ma è solo una ciabatta scalcagnata.
Sapete che in America la chiamano Flat-Penda, perchè cala sempre?

justsmile ha detto...

Non so perchè, ma questa cosa sa tanto di un pesce d'aprile. Ma come siete lenti!
Basta pensarci e...
un momento...
Non è aprile!
Ma...
Pesce di giugno?
No.
Allora la vostra notizia è vera?
Mi sento male.

stecca ha detto...

Aldilà della ormai stranota personale antipatia per il duo Carosi/Gudici (di peraltro poco consistente interesse per il lettore di un blog) mi sfugge il senso di questo editoriale, nè lo colgo se presto attenzione al commento su la Arangi-Lombardi giacchè mi pare di leggere che il critico in oggetto parlasse di Aide odierne...solitamente si leggono cose più interessanti qui, mi pare più commento da chat insomma...cmq contenti voi...

Giulia Grisi ha detto...

Non capisci perchè non senti la diffenza tra l'Arangi Lombardi e la Carosi.E' semplice, no?

Gilbert-Louis Duprez ha detto...

Il problema, però, non è la Carosi, che canta come canta: il problema è il consueto atteggiamento di Giudici, due pesi e due misure a seconda delle convenienze. Giudici ha aspramente criticato la Horne, la Price, la Tebaldi (e tanti altri): con che credibilità adesso incensa con tali parole la Carosi? Io non sono abituato a fare processi alle intenzioni, Stecca, ne possiedo la sfera di cristallo per poter leggere le menti altrui: sono costretto a basarmi su ciò che vedo e leggo. Non so che intendesse Giudici o cosa i suoi reconditi pensieri contenessero...leggo solo una descrizione che di solito si attribuisce a "mostri sacri" della scena operistica. Descrizione che, se rapportata a certi estratti musicali che abbiam sentito tutti, appare quantomeno iperbolica! Il paragone con la Arangi-Lombardi era una semplice boutade a mo' d'esempio... Giudici neppuire con la Price dei tempi d'oro si espone a tali elogi... Ti tranquillizzo però: nessuna antipatia per Giudici, semplicemente lo ritengo critico mediocre e ascoltatore di dubbia affidabilità. Oltre che dalla spericolata variabilità di giudizio. Poi ciascuno sia libero di ritenere la Carosi una nuova Caballé... Ma tu che ne pensi dell'interessata? Te lo chiedo dopo aver letto certe tue affermazioni sull'odierno stato del canto verdiano (e che in parte condivido).

Giulia Grisi ha detto...

L'antipatia costa energia...una certa fatica.
Giudici e la Carosi non valgono coì tanto...

stecca ha detto...

E allora perchè li tirate fuori ad ogni piè sospinto ? Anzi direi che vi inventate il..piè

Giulia Grisi ha detto...

Ma ad ogni piè sospinto dove?
Ma a te che ti frega di loro scusa ? Sei il olro procuratore????
Ma che ti frega???

Piccarda ha detto...

Signora Grisi,
un po' di contegno!Certe brutte parole sono stonate sulla bocca di una signora come lei!
Buona notte e buon riposo!

Marianne Brandt ha detto...

Li tiriamo fuori ad ogni piè sospinto?
Steccanella per la Carosi siamo al III articolo (Don Carlo scaligero, Tosca di Parma e questo), per Giudici al II (il Fervido Pensiero e questo), e su oltre 400 interventi dal 2007 ad oggi, complessivamente 4 articoli dedicati al duo Carosi-Giudici, mi sembrano un po' pochini per parlare di "piè sospinto"!
Ora soffri anche di manie di persecuzione per gli altri???

Se poi non sei interessato alle nostre esternazioni, come hai scritto tu nel I intervento, perchè sei intervenuto???

Piccarda il termine "Fregarsene" è italiano corrente.
Si tratta di un verbo intransitivo che sta ad indicare "curarsi poco di qualcosa o qualcuno, non darsi pena, non proccuparsi" in più, per approfondire:
"Tuttavia può accadere che alcune parole che in una determinata epoca vengono considerate "volgari" in un'epoca successiva non lo siano più. Ne è un esempo il verbo "fregarsene" (e tutte le sue coniugazioni), un tempo considerato una parolaccia e ora utilizzato liberamente anche in ambienti piuttosto seri come quelli di lavoro o politici."
http://it.wikipedia.org/wiki/Parolaccia

Quindi la cara Grisi si è comportata signorilmente nel linguaggio.
Buona notte e buon riposo a te, Piccarda.

Marianne Brandt

Gilbert-Louis Duprez ha detto...

Ma caro Stecca...che "te frega a te della Carosi"...da un fan della Caballè mi sarei aspettato un sano disprezzo verso tale cantante...
Comunque il problema, è Giudici e la sua disinvoltura, quindi, Stecca, non attaccarti alla forma per eludere risposte scomode (perchè poi?). E poi nessuno s'è inventato niente: la recensione di quell'Aida fa bella mostra di sè in una rivista di tiratura nazionale, a cui collabora il tuo critico di riferimento... Stigmatizzare la grottesca iperbole di Giudici (una tra le tante) credo rientri nella libertà di chiunque apprezzi lì'opera... Vedo comunque che continui a non rispondere: più facile attaccare che esporre le proprie ragioni?

pasquale ha detto...

io penso semplicemente ( almeno che non ci siano interessi nascosti)che un fan di un artista veda solo i pregi(magari pochi)e non riesce a vedere i difetti(magari tanti)

silvio ha detto...

Su youtube si trovano comodamente estratti dal ballo in maschera e dalla forza del destino anche molto più imbarazzanti di quest'Aida,a mio modo di ascoltare...
Purtroppo, un'altra cantante insalvabile. E lo dico senza la minima gioia del cupio dissolvi operistico.

domenico ha detto...

Oggi portare in palcoscenico una Aida come intendiamo noi, è un cosa impossibile. Dove trovare insieme un Radames, una Aida e una Amneris degne del passato? Quindi o ci accontentiamo di quel che passa il convento o ci rifugiamo sui dischi.
La Carosi è così come la sentiamo. Speriamo in un miracolo. Preghiamo Padre Pio. Una sola cosa mi piace ribadire. ogni critica è valida, ma dare a chicchessia della ciabatta scalcagnata è e resta di cattivo gusto. Anche i termini vanno misurati altrimenti si perde di credibilità.

Antonio Tamburini ha detto...

però caro domenico come appassionati abbiamo il diritto e il dovere di domandarci come mai non si riesca più ad avere un Radames, un'Aida, un'Amneris degni del passato. crisi delle voci? ma le voci ci sono. solo che durano due anni, o magari anche dieci, ma senza dispensarne uno solo di canto di scuola. io credo che manchino le "teste" e le professionalità, prima ancora che le voci. apriamo il dibattito?
la preghiera come insegna floria tosca è di grande conforto nell'ora del dolore, ma poco risolve sul piano pratico. come insegna la medesima tosca.

Marianne Brandt ha detto...

Chi canta oggi "Aida"?
Segue elenco, sicuramente incompleto, degli interpreti odierni.

Aida: Daniela Dessì, Maria Guleghina, Fiorenza Cedolins, Dimitra Theodossiou, Indra Thomas, Kristin Lewis, Sylvie Valayre, Angela Brown, Maria Josè Siri, Latonia Moore, Nina Stemme, Hui He, Violeta Urmana, Norma Fantini, Manon Feubel, Amarilli Nizza, Isabelle Kabatu, Micaela Carosi e la debuttante Sondra Radvanovsky.

Radames: Salvatore Licira, Gustavo Porta, Marcelo Alvarez, Franco Farina, Marco Berti, Rubens Pellizzari, Yonghoon Lee, Roberto Alagna, Scott MacAllister, Carlo Ventre, Piero Giuliacci, Walther Fraccaro, Marcello Giordani, Johan Botha, Fabio Armiliato.

Amneris: Elisabetta Fiorillo, Luciana d'Intino, Irina Makarova, Ildiko Komlosi, Olga Borodina, Marianne Cornetti, Elena Manistina, Iano Tamar, Giovanna Casolla, Laura Brioli, Natasha Petrinsky, Dolora Zajick, Anna Smirnova.

Questi i cast possibili nel 2010.

Marianne Brandt

Antonio Tamburini ha detto...

Beh insomma, c'è un raggio (molto fioco) di speranza per i mezzi ma............. Iano Tamar??? Amneris???

E non dimentichiamo l'annunciato debutto della Barcellona, tanto per restare in "tema"........

Semolino ha detto...

io credo che manchino le "teste" e le professionalità, prima ancora che le voci. apriamo il dibattito?
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@Tamburini : il canto di scuola è andato perso perchè non ci sono più professori di canto che lo sanno insegnare e nemmeno allievi che lo vogliono imparare. Il gusto del publico è cambiato oggi piace sentire il cantante spingere di gola, il publico lo trova più "espressivo", più "coinvolgente" più "emozionante". L'orecchio dei giovanissimi che si avvicinano all'opera è stato formato nella loro infanzia all'emissione dei cantanti di musica leggera. C'è una generazione di giovanissimi melomani che non hanno mai sentito un suono impostato in tutta la loro, seppur breve, esistenza.

domenico ha detto...

Primo tenore segnalato Salvatore Licitra. E vi pare poco? Un tempo non lo avrebbero accettato neppure a Como. Abbiamo conosciuto tante Aide (l'opera intendo non l'interprete).
Si va dalla perfezione di Karajan alla unica straordinaria performance Callas DeMonaco Taddei. Quando piu' sentiremo "padre a costoro schiava non sono" con tanta intensità come quella notte a Mexixo city . Grazie a chi ha registrato ed agli amici americani poi, pirati discografici, abbiamo conservato tanto documento.
Ma non voglio citare Caruso, mi basta citare Labo'. Cantanti di quel livello non divi, oggi non esistono piu'. E il maestro Bergonzi dove lo mettiamo?
E Pavarotti con quel suono unico? E Domingo? Ma la Freni la Tucci la Gencer. Poi la Simionato Amneris e la Fiorenza Cossotto che riempiva il teatro alla scala con il suo suono bello e potente.
Ma oggi cari miei non resta che accontentarci. In fondo chi si accontenta gode. O piange

Piccarda ha detto...

Gentile Signora,
per ragioni di età - sono vecchia- e di educazione , continuo a considerare "fregarsene" non adatto ad una signora di alto o basso rango . Wikipedia, mi creda, non è una fonte illustre, non è l'Accademia della Crusca. E ogni termjine va valutato nel contesto in cui appare. Noto che , come al solito, Ella non accetta critiche.
Buona notte e mi scusi se dissento garbatamente quanto fermamente dal suo augusto parere wikipediano.
Serva sua
Piccarda

Semolino ha detto...

Su youtube si trovano comodamente estratti dal ballo in maschera e dalla forza del destino anche molto più imbarazzanti di quest'Aida,a mio modo di ascoltare...
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@silvio : sono pienamente d'accordo, c'è di peggio di questa aria dell'Aida. Ma basta questa aria di Aida "cantata" dalla Carosi, soprattutto se paragonata
alla Arangi-Lombardi, per fare la differenza fra una voce perfettamente sostenuta sul fiato, quella della Arangi-Lombardi, e una che non lo è cioè quella della Carosi. Il canto della Arangi-Lombardi è tutto basato sulla dinamica sfumata, si tratta di una voce modulata su tutta la gamma, con un legato impeccabile di qualità strumentale, una voce perfettamente immascherata cioè di pura risonanza, il che significa sempre perfettamente timbrata, fluida, netta, senza il minimo sforzo, con una cavata ampia e salda. La Carosi, contrariamente, non emette i suoni ma li espelle dalla gola in modo sconsiderato puntando esclusivamente sulle doti naturali, poi tutti quegli attacchi a voce fissa sanno un poco di miagolìo alla Petibon, ma poichè la Carosi ha molta più voce della Petibon, più che un miagolìo sembra che stiano tagliando una lamiera. Non essendoci emissione sul fiato non c'è legato : tutto è a strappi e sobbalzi, si tratta di taglio e cucito e non di canto, in acuto spinge ( e ti pare che si sentono i do del cancertato, questa strilla) e in basso è svaccata. La Arangi-Lombardi sa rendere la frase espressiva, e quindi dare senso al testo, tramite una espressività tutta imperniata sul canto, la Carosi sa solo essere esteriormente esagitata nell'articolazione del testo fino a rasentare il grottesco e il cattivo gusto, è vocalmente scomposta e per rendersene conto basta ascoltare, non tanto l'aria di Aida quì incriminata, ma il resto di quello che è stato caricato sul Tubo.

silvio ha detto...

Caro Semolino,
è certo così. Quel che scrivi sulla Arangi-Lombardi suona poesia alle mie orecchie, ed è perfettamente verificabile, dischi alla mano. Che si provino a insistere che questo è canto professionale... delle due l'una: o una SUtherland, una Tebaldi e una Barrientos non sapevano cantare, o non sanno cantare questi artistoidi di oggi.
Basta ascoltare anche le cantanti veriste, un'Aida della Caniglia ad esempio, per rendersi conto di cosa voglia dire interpretare, anche in maniera rovente, il testo musical-verbale verdiano senza rendersi delle macchiette inaccettabili.
E' oramai evidente che mancano sia le teste sia la volontà di studiare e di prepararsi con la sufficiente perizia e il tempo necessario. Ma io ho venticinque anni e nessuno mi può forzare l'orecchio, i dischi stanno lì e se uno vuole, una cultura se la fa. Punto. Non accetto il pietismo di chi pensa che questi nuovi fans, perchè di fan culture si tratta, siano dei poveretti cui la vera arte del canto è negata per ragioni anagrafiche. Usino i mezzi che vogliono o possono, e si facciano un'idea.

Giulia Grisi ha detto...

e bravo Semolino, fine diagnosta ed ascoltatore.
non c'è che dire, chi pasteggia a 78 gg fa le più nitide "lastre" possibili alle voci moderne.

LA questione è proprio quella iniziale: il giovane pubblico che è nato con voci ingolate, a volte anche disturbato a emissioni facili ed astratte
E maestri di cantanti ingolati che non sentono gli allievi, perchè pure loro educati al moderno sound della fibra e della strozza, del canto forte senza fraseggio e colori.

stecca ha detto...

Sto cercando come un pazzo su internet i biglietti per andare a sentire la Arangi-Lombardi ma non riesco, mi date qualche dritta ? Dove sta cantando ? Ah vanno bene anche altre voci registrate col tubo di allora quello catodico intendo...no perchè non se ne può più di andare a Teatro e sentire cantanti che non appoggiano, non coprono i suoni, non legano, non sanno cos'è la dinamica insomma io voglio la Olivero e la Strepponi o Tamagno com esi fa ?

Antonio Tamburini ha detto...

caro stecca a dir il vero non mi risulta che tu sia mai impazzito per trovare i biglietti di uno spettacolo. tu che sul culto discografico e videografico della tua Divina (rispettabilissima, s'intende: lei, non il culto smodato e fanatico di cui la fai oggetto) hai costruito la tua love story con la Catalana e tutto quel che ne consegue, proprio tu hai qualcosa da ridire sui dischi? ma fammi il piacere!!!

Domenico Donzelli ha detto...

i biglietti per l'arangi lombardi o per tamagno e peccato che non ci siano quelli per la grisi o la pisaroni si vendono esattamente dove si acquistano quelli per vedere le pitture di tiziano, di raffaello o di picasso ossia accedere ai Frari piuttosto che ad Hagia Sofia.
Si vendono cioè nei luoghi dove lo spirito umano si nutre di quell'irrinunciabile, per alcuni, alimento che si chiama cultura e memoria storica.
ciao dd

Marianne Brandt ha detto...

Ussignur!!!

Steccanella mi è diventato "declamator-complottaro".
Proprio lui che un tempo non lontano si lamentava dello stato di canto attuale riempiendo Fori su Fori dei suoi thread sul canto corretto, sul suono bello, rotondo e immascherato, che un tempo c'erano le Aide della Price, di una Caballè, mentre oggi, e giù lai e lamenti (controllare, prego su OC), proprio tu che non conosci nemmeno i cantanti di oggi...
Proprio tu???
Facebook fa dei danni incommensurabili!

Quando lo saprà la catalana...

Marianne Brandt

P.S. La Olivero canta ancora

Gilbert-Louis Duprez ha detto...

Ma Stecca...proprio tu ci accusi di chiusura verso il presente in virtù di antiche memorie? Proprio tu neppure ti sforzi di scrivere correttamente i nomi di chi calca oggi i palcoscenici. Proprio tu che scrivi "io sarò nostalgico e stantio non mi importa ma io c'ero ho visto e sentito allora e posso vedere e risentire oggi ed anche i giovani è bene che sappiano che andare all'opera è sempre bello per l'amor del cielo ma che gli spettacoli verdiani di oggi saranno anche geniali come scene e regie, i cantanti saranno anche meno lessi e più moderni, ma che solo 20 anni fa era eseguito con ben altra arte poche storie, amen ho detto per l'ennesima volta la mia e mi taccio e chi vuole continui pure e ci mancherebbe a correre per quei giorni di regno di Parma, io no, sorry...per me Verdi è altra cosa !!!!" Proprio tu che hai fatto dell'ascolto di una certa cantante un vero culto! Chiedi dove si vendono i biglietti per ascoltare Tamagno o la Arangi-Lombardi???? Ci chiedi in quale teatro si esibiscono??? Forse dalle stesse parti dove si esibiva - negli anni migliori - la tua Caballè (la cui Aida, peraltro, suscita in Giudici entusiasmi assai più tiepidi di quelli che riserva alla Carosi)... E' inaccettabile da te una tale critica.... Ma che forse si stia preparando il consenso per questa futura diva? Del resto la rivista dove scrive Giudici è ormai il braccio armato della fabbrica del consenso virtuale (basta leggere l'ultimo INCREDIBILE numero o scorrere le assurde recensioni)

Giulia Grisi ha detto...

Ma caro Duprez,
il nostro Stecca di consenso se ne intende. Sta ricambiando Giudici per la bella presentazione al suo libroagiografiadellasanta sulla Caballè e la signora Carosi per avergli dato un angolo del suo privato palcoscenico da avanspettacolo sulla Lirica su Feisbuk.
sono tutti una sola famiglia.

Giulia Grisi ha detto...

CAro stecca, ma nessuno va in giro a rompere le scatole agli altri come fai tu qui da noi.
Vai dai tuoi amici che ti publicano per amicizia e non certo per qualità. Tra il tuo libercolo sulla Montserrat e l'arte degli artisti cui ti riferisci, se permetti, c'è una bella differenza. Quanto all'obbiettvità delle nostre recensioni, è qui contenuta nei post.


Ti ripeto: non sei più il benvenuto qui. E da tempo.

Giulia Grisi ha detto...

quanto alla Carosi, prima di parlare del suo canto: ascoltala.
Prima ascolta, rifletti e poi parla.
Pensa, prima di parlare e di bearti del suono delle tue parole.

Marianne Brandt ha detto...

Stecca,

a noi della tua amicizia con Giudici non interessa nulla.
Non stiamo parlando di lui e dei suoi rapporti umani e personali, stiamo parlando di ciò che scrive, ovvero l'unico motivo di interesse.
Ma tu questo non lo capisci.

A noi della tua amicizia con la Carosi non interessa nulla.
Non stiamo parlando del lato umano e personale della signora e ce ne guardiamo bene, perchè i fatti privati devono restar tali, a noi interessa come canta. Noi non facciamo GOSSIP, come piace a te, parliamo di MUSICA E CANTO, ma tu questo non lo capisci.
Siccome ammetti di non averla MAI ascoltata dal vivo, ti invitiamo a farlo e POI intervenire, senza sparare parole a vanvera come stai facendo.

I tuoi interventi, poi, sono sempre "Auto-messaggi promozionali"! Conosciamo "La Lirica su Facebook", conosciamo il numero dei suoi iscritti, sappiamo anche che tu fai parte dei "Responsabili", sappiamo che è gestito dalla Carosi e non solo da lei, ma se devi fare promozione ad un gruppo su cui scrivi, oppure al tuo libro, fallo sul tuo sito!

Quanto ai rapporti d'amicizia di Grisi-Donzelli su chi frequenta casa loro ed altri argomenti simili, ti pregherei di pensare ai tuoi di affari e non a quelli di Grisi-Donzelli. Non è argomento di questo Blog e non sono affari che ti riguardino.
Se hai qualcosa da dire sulla Carosi scrivi, altrimenti TACI!

L'interesse verso quello che fai nel tuo privato, nel tuo lavoro, l'interesse verso il tuo curriculum da parte nostra E' NULLO, non è argomento di questo Blog e non suscita l'interesse di chi ci legge.
Se serve soltanto a gonfiare il tuo ego, come già ti scrissi su Operaclick, fallo ALTROVE.

Marianne Brandt

Carlotta Marchisio ha detto...

D'accordo con Semolino, ma il punto sta altrove. Cioè non è tanto quello di paragonare l'Aida dell'Arangi-Lombardi con quella della Carosi, che sarebbe come paragonare la Yourcenar all'ultima tra delle scrittrici Harmony, ma specificare l'evento, il caso, l'unicum di una cantante che metterebbe in imbarazzo una commissione al primo anno di conservatorio, di un attivissimo sistema di consenso che coinvolge critica-agenzie-direttori artistici, di uno squadrismo d'altri tempi che censura e intimida, che vieta e minaccia. Se tutto ciò non avesse del grottesco (perché per quanto pompata, a una cantante del genere non casca nessuno), ci sarebbe quasi da preoccuparsi.

...suggerirei quindi agli avvocati delle cause perse di tentare altrove certe arringhe da due lire, del tutto peregrine. Magari nei loro spazi persnali, perché nemmeno in quelli pubblici, compresi quelli più blandi dediti all'agiografia più becera, questi "cantanti" della domenica (non la prossima, ma quella del mese a venire...) non riescono a trarre alcun consenso. Va comunque specificato che imprese del genere meriterebbero comunque qualche apprezzamento, almeno per il coté dadaista che sembrano evocare (ex: scopare il mare, etc.)

pasquale ha detto...

sulla signora Carosi da parte mia la rispetto come persona,e come artista,magari a tanti piacerà come canta,a me personalmente il suo modo di cantare non piace,ma questo non vuol dire che non possa migliorare,nel video in questo post,come ho gia scritto oltre ad avere dei problemi di intonazione,anzi in alcuni punti proprio stonata,e tutto il resto anche che non và,e poi spinge troppo sulla voce col risultato che tutto sembra volgare senza legato,ma sopratutto manca di espressivita,cantare non vuol dire eseguire note ecc ma anche sapere "interpretare" insomma dare emozioni a chi ascolta,e con la signora Carosi tutto questo latita.
Certo che siccome sono appasionato di lirica,e la signora ha fondato un gruppo dove si parla di quest'argomento con piacere a volte partecipo anche alle loro discussioni,ma con tutto il rispetto per la signora non sono un suo fans,certo se un giorno dovesse cantare diversamente sarò ben lieto di esserlo.
Stecca non ha mai dato un giudizio su questa artista,siccome ha le orecchie da melomane,penso che non lo farà mai,forse perchè fa parte anche come responsabile di quel gruppo,ma un melomane che si rispetti deve dare un giudizio anche negativo anche su una persona che magari ha rapporti di amicizia,e la persona accettare le critiche negative,come stimolo per migliorare,e studiare in modo che queste critiche possano diventare positive,senza adagiarsi su dei fans compiacenti,o un pubblico che si "accontenta"

domenico ha detto...

Concordo pienamente con chi scrive che sentire l'Arangi, ma la Price ma Pavarotti, ma la Sutherland ma la Caballè è come andare a vedere opere d'arte immortali. Si spera che ne vengano altre. Sono appena reduce dal Faust della Scala e vi garantisco che preferisco andare al museo e sentire Ghiaurov o Christoff o Bjorling o Gedda che spendere una sera per vedere e sentire quello che ho visto e sentito. Protestare protestare e ancora protestare se vogliamo che chi è responsabile teatrale e fa spettacoli con il pubblico denaro sappia rispettare arte e pubblico.
Via i mercanti dal tempio e salviamo il N O S T R O o i N O S T R I teatri.

Semolino ha detto...

sulla signora Carosi da parte mia la rispetto come persona,e come artista
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@pasquale : se tu la rispetti come persona lo capisco, poichè ognuno di noi ha diritto al rispetto, ma come artista non lo capisco, già il termine di artista mi lascia perplesso, artista di cosa? Costei non pratica l'arte del canto quindi artista non è, almeno che non si dedichi ad una altra forma di espressione artistica di cui non sono al corrente. Che fa? Dipinge?

Carlotta Marchisio ha detto...

Con riferimento al grandissimo Giampaolo Fabris, da qualche settimana scomparso, credo che la promozione pubblicitaria possa essere considerata, entro certi limiti, come un'arte nuova di tutto rispetto...........

pasquale ha detto...

beh Semolino adesso non esageriamo la signora canta in un modo che può non piacere,criticabile quando si vuole,ma l'arte del canto l'ha studiata,e in fin dei conti è una cantante lirica,e nel panorama attuale,non è delle peggiori,certo che cosi come canta adesso a me non piace,ma è pur sempre un artista...

silvio ha detto...

Scusi Pasquale ma non sono d'accordo. Se facciamo una gara al peggio, certo, immagino si possa trovare chi la supera. Ma in ogni caso direi che oltrepassa tranquillamente i limiti del canto rpofessionale, dunque per me, come per Semolino, la signora non è un'artista - per lo meno fino a prova contraria.

Carlotta Marchisio ha detto...

Pasquale, possiamo parlare di gusti e "piacere" se ci mettiamo a discutere se preferiamo l'Aida dell'Arangi-Lombardi o della Caniglia, o l'Amneris della Cossotto in rapporto a quella dell'Arkhipova. Quando non c'è una sostrato tecnico adeguato, mi dispiace ma di canto non si può parlare così come di gusto personale, a meno di ammettere che il malcanto piace ed EMOZIONA, per usare un termine caro al coprofago medio. E poi, domanda retorica quando onesta, basta forse calcare un palcoscenico per essere considerati artisti?
Micaela Carosi non solo l'arte del canto non l'ha mai studiata, ma non sa nemmeno dove stia di casa! Prova a riascoltare quel "Vissi d'arte" (da Baudo; quello di Parma è stato rimosso perché gli utenti del tubo gliene scrivevano di ogni! E per far rimuovere un bis, tu prova a pensare...): tutto berciato, calante 5 versi su sei, spinto e slegato all'inverosimile...
Quindi, per ultimo, sì Pasquale. Per quanto mi riguarda lei è davvero la peggior cantante lirica di questi tempi di buio pesto (tra quelle che per grazia divina frequantano i palchi dei più importanti teatri europei e non solo). L'alfa e l'omega del canto dozzinale, senz'anima, violento e volgare.

pasquale ha detto...

Scusa Silvio io capisco il tuo punto di vista come capisco Semolino,se leggi il mio commento di prima non sono tenero con la Carosi,però vedi la signora è laureata in Lettere Moderne in Storia della Musica è si diplomata in Canto Lirico con il massimo dei voti e la lode.Quindi non è l'ultima arrivata,e il suo lavoro è questo nel canto lirico,ecco perche giustifico il termine artista,poi (e mi ripeto) puo essere criticabile quando si vuole,ma il termine artista-per me-è giustificato.

pasquale ha detto...

Carlotta il tuo commento l'ho letto dopo,la parola artista stà solo a significare che una persona lavora con l'arte in questo caso la musica,anche un pittore che dipinge male è che viene poco considerato viene definito artista,diciamo magari per trovare un accordo,che la signora non svolge il suo "lavoro" di artista nella maniera ottimale.Però dovrebbe essere il pubblico a gridarglielo in faccia,e di cambiare mestiere,magari aprire una lavanderia,cosi cessa di fare l'artista,e diventa una lavandaia..

Domenico Donzelli ha detto...

siccome il tread è mio posso intervenire?
qui il problema non era la signora carosi, ma il linguaggio della critica ed i facili incensi, cui la stessa è adusa, priva e di senso critico (perdonate il bisticcio) e di senso della storia e di coerenza, perchè come ha scritto qualcuno (credo Duprez) se certi aggettivi non li ha ricevuti una Caballè certo non pertengono alla performace verdiana della Carosi. Semplice questione di equilibrio e proprorzioni. Ese, invece, ripensamento ha da essere implica adeguata motivazione.
Di questo modo facilone e parolajo di fare critica abbiamo scelto di offrere un esempio.
Poi qualcuno, che voglio credere non abbia letto con la minimale attenzione l'intervento ha trasfomato, almeno i commenti al tread, nell'ennesimo crucefige di giulia grisi, domenico donzelli e tutti gli altri del blog (gli scherani, come lui stesso li ha definiti in altro commento). Lo ha fatto in maniera assolutamente deprecabile, in disprezzo di proclamata quanto di fatto morta amicizia, privo di gusto ed educazione e, sia chiaro non per la prima volta. Me ne dolgo e dispiaccio veramente.Ho dell'amicizia alto rispetto e considerazione. Sono vecchio e non al passo coi tempi. Si sono rese necessarie minimali misure di tutela. In primis la sua stessa scelta di non farlo parlare atteso che lui ha parlato in luoghi dove noi non possiamo e vogliamo parlare.E si che del diritto alla difesa dovrebbe avere completa cognizione.
Ma il tema rimane e sarà ancor più sviluppato quello della preparazione e della coerenza, sopratutto, della nostra critica perchè anche a queta categoria di persone si deve l'attuale "stato dell'arte".
Quanto, e mi fermo, alla signora Carosi: cultura e studi sono un buon supporto alle proprie realizzazioni artistiche. Ce lo insegna sopratutto la vicenda artistica ed unama di Leyla Gencer, donna di approfondita cultura, ma prima di tutto esimia professionista. Senza il professionismo e la cognizione tecnica le belle letture del grande soprano sarebbero rimaste le belle ed approfondite letture
di una signora "bene"
saluti dd

mozart2006 ha detto...

Alla disamina di Donzelli vien fatto di aggiungere subito al nome di Leyla Gencer quello di Giacomo Lauri Volpi, laureato in Giurisprudenza e scrittore, ma anche quello di Del Monaco, pittore diplomato all´Accademia. In ogni modo, i titoli di studio sono utili ma non necessari a un cantante, e qui potrebbe seguire un lungo elenco di grandissimi artisti tutti di estrazione popolare.
Tra tutti gli interventi, trovo interessanti quelli di Semolino. La Carosi è solo il frutto di una tendenza che parte da maestri di canto che non sanno più come impostare una voce e da un pubblico che non sa più riconoscere una voce messa correttamente. A tutto questo, nel caso in esame, si aggiungono una stampa addomesticata e fans che vogliono difendere l´indifendibile.
Saluti

Gilbert-Louis Duprez ha detto...

D'accordo con Donzelli...ribadisco che il problema e l'oggetto di discussione non è la Carosi e il suo canto, ma un certo modo di far critica. Il mestiere del critico è fondamentale anche per la crescita dell'artista: un critico che si tramuta in agente pubblicitario, fa male, prima di tutto, al suo protetto... Ci sarà modo per parlarne, ma oggi gran parte dei problemi che affliggono l'arte del canto, sono attribuibili ad un atteggiamento acritico della critica più o meno ufficiale! La bonomia, il compiacimento e la riconoscenza, sono ottimi sentimenti, talvolta, ma non possono impedire un giudizio onesto e sincero (oltre che competente). Se poi si aggiungono personali convenienze allora lo squallore è completo... Giudici qui ha passato il segno: quelle parole (mai, ripeto MAI, utilizzate dal medesimo nei confronti di una Price, ad esempio, o di una Tebaldi o di una Horne, o di una Olivero etc...) sono un insulto al buon senso, al buon gusto e all'intelligenza (di chi legge, di chi ascolta e persino di chi le ha scritte...).

pasquale ha detto...

"Luisotti, nonostante un’orchestra
(e un coro, ahimè) alquanto debolucci, tali conflitti li delinea con efficacia formidabile: tempi spediti e sonorità energiche per il quadro d’assieme, nel quale i ripiegamenti lirici si ritagliano sfumature mirabili ma dove i colori hanno la densità cupa della minaccia, presente anche quando pare invisibile (anzi, soprattutto allora). (...) Micaela Carosi è la migliore Aida che un teatro possa oggi sperare: grande voce (da quando non si sentivano i do del concertato venir fuori con simile luminosa autorità?), bella, benissimo emessa e sostenuta, quindi capace di piegarsi a fraseggi sempre vari, intensi, sfumatissimi. Molto bene Marianne Cornetti: voce ampia, sicura e omogenea tanto su quanto giù, senza sbracature ma con un’intensità di vibrazione emotiva quale non le si era ancora mai sentita. Marcelo Alvarez debuttava Radamès: qualche comprensibile prudenza al prim’atto, ma una scena del Nilo chiaroscuratissima e con mezze voci paradisiache."

certo che se per questo critico la signora Carosi,è la migliore Aida che un teatro possa sperare attualmente,allora le peggiori come sono messe?
hai ragione Donzelli forse la signora per non smentire il critico farà il miracolo di cantarla come il critico ne ha parlato
(magari andrà a Lourdes qualche giorno)

Gilbert-Louis Duprez ha detto...

Hai notato, Pasquale, come l'intera recensione di Giudici sia sballata? A parte l'elogio alla Carosi, il resto è zeppo di "giudicese": storie e storielle trite e ritrite che "impreziosiscono" il suo volume! E poi, immancabili, i chiodi fissi: Giudici forse non si è accorto che l'orchestra e il coro della Royal Opera House non sono certo quelli di 15 anni fa! Ma l'intoccabile critico ha il pallino di ritenere tali compagini men che mediocri...fa niente se i tempi cambiano, cambiano i direttori, e l'orchestra - soprattutto dopo la cura Pappano - è a livello delle migliori orchestre d'opera europee (e molto meglio di quella scaligera...per intenderci, ma che Giudici valuta ancora con i parametri usati per l'epoca gloriosa di Abbado). Giudici dimostra ogni volta la sua inaffidabilità e la sua faziosità.

mozart2006 ha detto...

Il caro Giudici è diventato un emulo del filosofo Pangloss: tutto al meglio nel migliore dei mondi possibili.
Avrei anche qualche dubbio sulle mezzevoci paradisiache del tenore argentino dal ciuffo unto (definizione non mia ma di un sito a voi ben noto) visto che la voce da sempre nelle note di passaggio gli si strozza...
Saluti